LA CREAZIONE NON E’ UNA FAVOLA

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Descrizione

Autore: Domenico Ravalico

Anno: 1979

Casa Editrice: Tele Maria

Domenico Ravalico morì a Bologna, la città dove insegnava, nel 1974, l’anno in cui apparve la prima edizione di questo testo. Nel ripubblicarlo oggi forse egli avrebbe aggiornato alcuni dati. Ma poiché si tratta per lo più di punti di secondaria importanza nell’economia del testo, si ha motivo di ritenere che anche nella sua stesura originale l’opera conservi tutta la sua validità e attualità. Torniamo perciò a proporre il testo, oggi non più reperibile in commercio, quale uscì dalla penna dell’illustre Autore.

Descrizione:

E’ possibile riconoscere scientificamente, ai giorni nostri, che la Creazione non è una favola? Si può affermare con tutta certezza, in base a evidenti fe­nomeni naturali, che il materialismo marxista, negatore della Creazione, è falso? Lo dimostrano in modo sfolgorante nuove immense e inattese realtà naturali, scoperte dalla Scienza. Quelle scoperte stanno dischiudendo innanzi ai nostri occhi un pa­norama assolutamente nuovo, del tutto inimmagina­bile, tale da coinvolgere l’Universo dall’atomo alla Galassia, e il Regno della vita dalla molecola all’or­ganismo umano. E’ un panorama imprevisto e imprevedibile, sorprendente ed insieme inquietante. Tre secoli or sono, l’invenzione del telescopio eb­be l’effetto di spalancar l’Universo innanzi agli occhi degli uomini, sorpresi e intimoriti. Dagli abissi dello spazio emersero miriadi di stelle e maestose Galassie. La Scienza si trovò innanzi all’immensamente grande. Ma appena qualche decennio più tar­di, venne inventato il microscopio. Questa volta a dischiudersi innanzi agli occhi degli uomini fu il vasto mondo dei microbi, dei butteri, delle cellule vi­venti. La Scienza si trovò innanzi all’immensamente piccolo.

Ed ora siamo noi, uomini d’oggi, a dover rimane­re sorpresi e costernati; siamo noi a dover accogliere “incredibili” nuove realtà naturali, dall’apparenza addirittura assurda. L’invenzione del super-micro­scopio elettronico ha spalancato innanzi ai nostri oc­chi una terza immensità. Sul suo schermo fluore­scente possiamo costatare che cosa siano effettiva­mente le cellule viventi e in genere i microrgani­smi. Quel formidabile strumento ha dimostrato che i nostri più prestigiosi apparecchi e le nostre mac­chine più sorprendenti non sono altro che trastulli infantili, paragonati con una microscopica cellula o con un batterio. Un sommergibile atomico o un’a­stronave sono ben poca cosa di fronte ad un vermiciattolo o ad un moscerino.

Vista al super-microscopio elettronico, una foglia non è più una foglia; è qualche cosa che con la foglia non ha proprio nulla in comune; è una straor­dinaria, immensa metropoli produttiva, in cui regnano sovrane l’organizzazione e la cibernetica. Non sembra vero, non sembra neppure immaginabi­le, non sembra una acquisizione scientifica. Non è stato facile accogliere l’idea della Terra sferica, non è facile oggi pensare ad una foglia piena di automa­tismi, di computer e di reti cibernetiche.

La Scienza ci dice che il corpo umano di un adul­to è costituito da un ordinato insieme di 60 mila miliardi di cellule viventi. Sono specializzate in mo­do da formare i suoi diversi organi. Ma è bene ripe­terlo: sono 60 mila miliardi. Ebbene, che cos’è una di quelle cellule, una sola? Lo si vede chiaramente, senza alcuna ombra di dubbio, sullo schermo fluorescente del super-microscopio elettronico. È del tutto simile ad una pro­digiosa fabbrica ultra-moderna, immaginabile ma non progettabile, del tutto automatizzata, quindi in grado di funzionare senza alcun intervento dall’e­sterno, e per di più capace di controllare tutta la propria attività, ossia di pilotarsi. Il suo diametro è di appena un centesimo di millimetro, in media, ep­pure possiede molti congegni, molte apparecchiatu­re, molti reparti di produzione, molte catene di montaggio e molte centrali energetiche.

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